Secondo una recente ricerca stilata dalla società americana Bloomberg le 500 persone più ricche del mondo, controllerebbero un patrimonio di circa 5,3 mila miliardi di dollari. La ricchezza dei super paperoni sarebbe cresciuta nel 2017 di mille miliardi di dollari (+23%). Un balzo pari a quattro volte l’aumento registrato nell’anno precedente, a fronte di una crescita complessiva del PIL mondiale che si è attestata al 3,9% nello stesso periodo di riferimento.
I super ricchi del mondo altro non sono che i detentori dei pacchetti azionari di maggioranza delle società di controllo delle grandi concentrazioni capitalistiche. Monopoli della finanza, del settore bancario, assicurativo, delle grandi imprese di produzione (dall’automobile, alla farmaceutica, passando per l’alimentare) e di circolazione delle merci, dei media e dell’informazione, fusi in indistricabili catene di partecipazioni reciproche.
Al vertice della classifica mondiale c’è Jeff Bezos, fondatore di Amazon, con una ricchezza pari a 99,6 miliardi di dollari, 34,2 in più rispetto all’anno scorso. Bezos possiede il 16% delle azioni di Amazon, oltre al Washington Post. Al secondo posto troviamo il fondatore di Microsoft Bill Gates, seguono Warren Buffet, Amancio Ortega, proprietario della multinazionale dell’abbigliamento Zara, e Mark Zuckerberg fondatore di Facebook. Tanto per dare un’idea solo questi cinque possiedono una ricchezza pari al 25% del PIL italiano.
Nella classifica, gli americani la fanno da padroni con 159 dei 500, ma sale il numero di miliardari cinesi e russi. I primi hanno registrato incrementi di patrimonio di oltre il 60% nell’ultimo anno, a testimonianza di come anche la Cina oggi non sia estranea alle logiche di concentrazione della ricchezza.
Tra gli italiani Giovanni Ferrero, unico ad della Ferrero dopo la morte del fratello Pietro, che si piazza al 33° posto con 24,2 miliardi di dollari, seguito da Leonardo del Vecchio, proprietario di Luxottica al 37° posto, con 22,5 miliardi. Nella lista anche Paolo Rocca (Techint) con 9,15 miliardi, Silvio Berlusconi con 8,5, Giorgio Armani con 8.16.
Ad aumentare complessivamente è anche il numero di miliardari. Nel 2017 sono 36 milioni, lo 0,7 della popolazione mondiale in età adulta. Insieme posseggono il 46% della ricchezza mondiale, cioè 280 mila miliardi di dollari.
I 3,5 miliardi di persone più povere al mondo, invece, hanno un patrimonio inferiore ai 10 mila dollari a testa. Rappresentano il 70 % della popolazione mondiale in età lavorativa, ma possiedono appena il 2,7% della ricchezza mondiale.
Il quadro che emerge dalla classifica di Bloomberg è quello di una crescita enorme della disuguaglianza con le grandi multinazionali, e i loro possessori, che si arricchiscono ad un tasso di crescita che è sei volte superiore a quello dell’intera ricchezza mondiale. I processi di concentrazione e centralizzazione del capitale riducono sempre di più i margini ridistribuivi, con più di metà della popolazione mondiale che non ha diritto ad una vita dignitosa. La disuguaglianza che si registra nel moderno ventunesimo secolo è superiore perfino a quella dell’800. Solo un processo di riappropriazione dei lavoratori, ossia della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, della proprietà dei mezzi di produzione, e una reale ridistribuzione della ricchezza prodotta è il mezzo per invertire la rotta.
«Gli economisti – diceva Lenin – proclamano in coro che “il marxismo è confutato”. Ma i fatti sono ostinati e con essi, volere o no, si devono fare i conti». Ogni volta che vi dicono che il comunismo è superato e inattuale, ricordiamoci di questi dati.
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