Intervistiamo Antonino D’Agata, lavoratore minacciato di licenziamento insieme ad altri 23 colleghi della SICEP di Belpasso (Catania), che per una settimana hanno incrociato le braccia per protestare contro la decisione dei vertici aziendali.
Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a scioperare?
I vertici della SICEP, azienda siciliana leader nella realizzazione di prefabbricati in cemento, hanno deciso di avviare una procedura di licenziamento per 24 lavoratori, adducendo come motivazione per la riduzione del personale la mancanza di commesse. Ma non è la prima volta che viene usata questa scusa.
Non è la prima volta che scioperate?
No. Già a novembre scorso avevamo incrociato le braccia per un giorno, in difesa di quattro nostri colleghi a cui era stato comunicato il licenziamento, anche quella volta per via della mancanza di commesse. Per questo motivo, quando il giorno dopo tornammo a lavoro, l’azienda ci faceva sapere che per poter salvare i posti dei lavoratori rimasti, avremmo dovuto rinunciare definitivamente ad un bonus di 100 euro che avevamo maturato durante tanti anni di lavoro. Quel giorno ci tolsero anche la macchinetta per il caffè.
Quali sono le condizioni di lavoro all’interno dell’azienda?
Dal punto di vista della sicurezza, questa è praticamente assente, con macchinari ed impiantistica a cui non viene fatta la dovuta manutenzione. La situazione non migliora dal punto di vista igienico, le condizioni della mensa così come dei bagni lasciano molto a desiderare, manca persino il veleno per i topi.
Per non parlare di come ripetute volte siamo stati vittime di vessazioni da parte della dirigenza, attraverso insulti e grida.
Come proseguirà la vostra azione di protesta?
Lunedì prossimo torneremo in fabbrica per continuare l’agitazione all’interno dell’azienda, nell’attesa che venga convocato il tavolo in prefettura. Ad ogni modo è già previsto per il 25 luglio presso la Direzione territoriale del lavoro di Catania, un primo incontro tra rappresentanze sindacali e dirigenti. Non ci arrendiamo, continueremo a lottare per salvaguardare il nostro lavoro e i nostri diritti.
Quale solidarietà è arrivata dalla politica?
L’unico partito politico che ci ha portato la sua solidarietà durante questi giorni di sciopero è stato il Partito Comunista ed apprezziamo molto il supporto che ci hanno dato finora, e sappiamo che sarà al nostro fianco durante tutta la fase della lotta.