SOVRANITÀ NAZIONALE E MONDO MULTIPOLARE. I compiti dei comunisti nell’attuale fase storica.
Questo il titolo del convegno organizzato il 20 novembre a Foligno dalla federazione perugina del Partito Comunista, che partiva dai seguenti presupposti:
“Un mondo è al crepuscolo, un altro sta sorgendo, sullo sfondo di un conflitto ormai dispiegato tra il senescente unipolarismo imperialista degli Usa e dei suoi vasalli ed un mondo multipolare in formazione. In questo contesto è sempre più evidente che le catene che legano l’Italia alla Nato e all’Unione Europea, implicano guerra e miseria per i lavoratori e per le masse popolari. Multipolarismo, battaglia per la sovranità nazionale e lotta per l’emancipazione delle classi subalterne sono quindi inevitabilmente interconnesse. Ai comunisti che lavorano dentro l’attuale fase storica si apre nuovamente la possibilità di giocare un ruolo nella storia lasciandosi le spalle le proprie sconfitte. Quale tipo di organizzazione comunista è necessaria per affrontare le sfide attuali? Come costruire un fronte ampio di opposizione all’attuale sistema?”
Il segretario Paolo Zioli ha chiesto quindi ai relatori, Igor Camilli (Patria Socialista) e Alessandro Pascale (PC), di esprimersi su queste delicate questioni.
Quello che segue è il video dell’intervento di Pascale che in estrema sintesi parte dalla questione della guerra in corso in Ucraina, cercando di inquadrarla storicamente all’interno degli eventi degli ultimi decenni e delle relazioni internazionali attuali.
Segue poi l’analisi sul particolare contesto italiano, caratterizzato dal trovarsi in una semicolonia a sovranità limitata in cui gli spazi per le opposizioni sono talmente ridotti da farlo parlare dell’esistenza di un totalitarismo “liberale” che rende estremamente difficile portare avanti un tentativo di conquistare un’egemonia culturale, data la frammentazione (e spesso l’arretratezza analitica) del movimento comunista.
Ciononostante le recenti elezioni politiche, al di là della vittoria della Meloni, segnano ulteriori incrinature nel regime, che perde ulteriori consensi, mentre tra le pochissime forze in crescita c’è Italia Sovrana e Popolare alla quale ha contribuito con profitto il PC. Di qui la necessità di ragionare per i comunisti sulla possibilità di portare avanti tale esperimento, cercando di ripartire adeguatamente gli ambiti di lotta, coniugando i compiti di ricostruzione di un’organizzazione comunista che funga da avanguardia di quadri capaci di lavorare in un’ottica di fronte capace di allargare la proposta politica ad un blocco sociale più ampio, vista la radicata alienazione e sussunzione della classe operaia classica entro paradigmi borghesi.
Secondo Pascale l’obiettivo, tanto ambizioso quanto necessario, deve essere costruire una proposta nazionale capace di unire la parte più avanzata della classe lavoratrice con i ceti medi più consapevoli e progressisti attorno alla proposta di coniugare sovranità nazionale e popolare: lottare per l’uscita da NATO, UE ed euro, ripartendo e sviluppando i 9 punti del programma di ISP è la proposta più rivoluzionaria in circolazione perché rivolta contro il nemico principale dell’imperialismo occidentale, guidato da un’élite transnazionale borghese a cui si sono accodate anche le nostrane élite politiche ed economiche. In questo senso ISP non può che generare una proposta politica oggettivamente antimperialista, anticapitalista, pacifista, umanista, ambientalista e socialista.