La scorsa domenica (15 dicembre) era in programma a Madrid la partita Rayo Vallecano de Madrid-Albacete Balompié, valida per la Segunda División, l’equivalente della Serie B italiana. L’incontro sportivo non è però passato alle cronache per lo spettacolo offerto dagli atleti delle due squadre, ma per la contestazione effettuata dalla tifoseria di casa, storicamente antifascista e proletaria, nei confronti dell’attaccante ucraino dell’Albacete Roman Zozulja.
Zozulja è stato preso di mira dai tifosi del Rayo per via della sua nota vicinanza alle formazioni di estrema destra ucraine che sostengono il governo filo-UE insediatosi nel paese con il colpo di stato successivo ad Euromaidan. Il calciatore è stato infatti nel 2015 il fondatore di Narodna Armija (Esercito del Popolo), un’organizzazione che fa parte del movimento civile volontario in sostegno delle forze armate ucraine nella guerra del Donbass. Alla fondazione dell’organizzazione Zozulja ha affermato:[1]
«A nome della nostra fondazione voglio dire una cosa: aiuteremo i nostri militari fino all’ultimo respiro e non ci daremo per vinti, non li abbandoneremo. Li aspetteremo fino alla vittoria e vogliamo davvero che tutto finisca il più velocemente possibile. Da parte nostra faremo del nostro meglio per aiutare.»
Nel periodo immediatamente successivo, Zozulja aveva inoltre preso parte ad almeno un evento di raccolta fondi in favore del Battaglione Azov, una delle molte formazioni militari fasciste che agiscono in Ucraina, posando con i suoi miliziani e mostrando la propria simpatia per altri atleti che avevano riconosciuto la loro vicinanza a gruppi di estrema destra.
Un atto ancora più esplicito fu quello di postare sui propri canali social una foto che lo ritraeva con un vessillo rappresentante Stepan Bandera, nazionalista ucraino che durante la Seconda Guerra Mondiale collaborò con i nazisti, rendendosi complice dell’uccisione e della deportazione di molti ebrei, polacchi e comunisti.
Il Ministero della Difesa ucraino gli conferì nel 2016 un’onorificenza speciale per il suo supporto alle forze armate. Nonostante le sue palesi manifestazioni di simpatie per il fascismo, Zozulja ha sempre negato la sua vicinanza all’estrema destra, definendosi come “un patriota che ha collaborato con l’esercito del proprio paese“.
All’inizio del 2017 Zozulja, allora giocatore del Betis Siviglia, era in trattative per trasferirsi in prestito proprio al Rayo Vallecano. L’accordo tra i due club e con il giocatore era già stato raggiunto, al punto che Zozulja si era recato il 1° febbraio a firmare il contratto con la sua nuova squadra. All’arrivo nel quartiere operaio Vallecas di Madrid, dove si trova la sede del Rayo, aveva trovato ad accoglierlo un nutrito gruppo di tifosi, alcuni dei quali appartenenti al gruppo ultras Bukaneros, a contestarlo per la sua dichiarata appartenenza fascista. I Bukaneros avevano pubblicato proprio nel giorno precedente un comunicato contro il possibile acquisto:[2]«Non vogliamo individui come Zozulja. La sua affiliazione nazista gli impedisce di vestire la franjirroja.[3] Non la sporcherai. Non sei il benvenuto.»
A seguito della protesta, la dirigenza del Rayo interruppe la trattativa per il trasferimento, e secondo alcune fonti perfino lo stesso Zozulja rinunciò a trasferirsi in quanto spaventato “che qualcuno metta uno striscione sulla scuola di suo figlio dicendo che suo padre è un nazista“. In una conferenza stampa alcuni dirigenti del Rayo annunciarono “il rifiuto di una firma che viola i valori del club“.
Tornato al Betis, Zozulja si trasferì in seguito all’Albacete, squadra in cui milita tuttora. Da allora l’Albacete e il Rayo si incontrarono una sola volta a Madrid, nella stagione 2017-2018, ed in quell’occasione Zozulja non fu convocato per timore di contestazioni, fino alla scorsa domenica. Durante la partita, in cui l’ucraino partiva titolare, la tifoseria di casa ha contestato fin dalla lettura delle formazioni la presenza in campo di Zozulja, definendolo “puto nazi” (“fottuto nazista“), esponendo uno striscione che recitava “evitare che un nazista indossi la Franja” (appellativo della maglia del Rayo) ed effettuando cori contro di lui.
Al termine del primo tempo l’arbitro dell’incontro dispose che si chiedesse tramite gli altoparlanti dello stadio che venissero interrotti i cori contro il giocatore, ma al momento della ripresa del gioco i giocatori dell’Albacete si rifiutarono di riprendere la partita a causa della contestazione, provocando la sospensione della partita.
Rayo-Albacete è stata la prima partita nella storia del calcio spagnolo interrotta per cori contro un giocatore, e a seguito di tali fatti è stata avviata dalla stampa una campagna di solidarietà verso il giocatore, ritenuto vittima di discriminazione da parte degli ultras avversari. Tuttavia nel calcio spagnolo vi erano stati in passato, anche recentemente, diversi episodi di cori ed altri atti discriminatori,[4] come denunciato dal Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna,[5] che ha espresso solidarietà alla tifoseria del Rayo Vallecano:
«Ricordate le partite sospese per insulti razzisti, violenti o xenofobi? In effetti non ce n’è stata nessuna. Accade solo quando si dà del nazista a un nazista come Zozulja. Non è strano se si tiene conto che un ex membro di Forza Nuova è a capo della Liga.[6] Stiamo con Vallecas e la sua tifoseria. Contro i fascisti, il loro odio, il loro razzismo e la loro xenofobia, non arretriamo nemmeno di un millimetro, fuori! Non passeranno.»
Una dura presa di posizione contro Zozulja e la lega spagnola è stata presa anche dai Collettivi dei Giovani Comunisti:[7]
«La Liga di Tebas è quella che consente cori razzisti, maschilisti e xenofobi. La Liga presieduta da un ex membro di Forza Nuova è quella che convive in piena normalità con tifoserie piene di gruppi neonazisti organizzati nei campi. Zozulja sei un fottuto nazista.»
Note
[1] Роман Зозуля совместно с волонтерами Днепропетровска основали фонд «Народная Армия», dneprpost.com.ua
[2] Dal tweet dei Bukaneros su Twitter, 31 gennaio 2017.
[3] Appellativo della maglia del Rayo Vallecano.
[4] Per approfondire, video della Juventud Comunista.
[5] Dal post del Partito Comunista dei Popoli di Spagna su Facebook, 15 dicembre 2019.
[6] Il riferimento è a Javier Tebas, attuale presidente della Liga de Fútbol Profesional ed ex membro di Forza Nuova, partito fascista attivo in Spagna dal 1966 al 1982.
[7] Dal post dei Collettivi dei Giovani Comunisti su Facebook, 16 dicembre 2019.