Il Partito Comunista d’Ucraina (PCU) con un comunicato internazionale ha denunciato che l’8 maggio, vigilia del 73° anniversario della Grande Vittoria Antifascista dei Popoli, «i cani della catena del regime oligarchico-nazista» del servizio di sicurezza ucraino (SBU) hanno fatto irruzione nei suoi locali a Kiev e nella casa del Primo Segretario Petro Symonenko. Le forze del SBU hanno rotto i cancelli dell’ufficio del PCU senza nemmeno aspettare l’arrivo di un avvocato o presentare alcun motivo legale per il loro intervento. Il pretesto sarebbe quello di una inchiesta sul “coinvolgimento del bandito Partito Comunista in attività anti-statali” e presunti piani di “destabilizzazione della situazione socio-politica nel paese provocando scontri violenti tra attivisti di organizzazioni politiche pubbliche”. Foto dei simboli comunisti e materiali di propaganda sono stati sequestrati e mostrati come prove del “crimine”.
Nella giornata di oggi, 10 maggio, il segretario del PCU, Symonenko è stato convocato negli uffici di Kiev del SBU per un interrogatorio relativo – secondo quanto diffuso dal centro stampa del SBU – a presunti materiali “volti a rovesciare violentemente l’ordine costituzionale”.
Il PCU, che è stato bandito dal 2016, «richiama l’attenzione sul fatto che il nazismo e il fascismo in Ucraina sono diventati un’ideologia di stato». Il CC del PCU indica che «i collaboratori nazisti sono dichiarati eroi, che vengono organizzate celebrazioni e medaglie commemorative e francobolli vengono emessi in onore delle unità delle SS naziste mentre i comunisti sono perseguitati e attaccati».
Il PCU afferma, inoltre, che il fascismo e il nazismo sono elevati dal regime a livello della politica statale e attivamente alimentati dal capitale internazionale guidato dagli USA, NATO e UE. Lo scopo della provocazione è spiegato dal PCU come un tentativo per «bloccare i prossimi eventi cerimoniali [in riferimento al Giorno della Vittoria del 9 maggio, ndr], per impedire la partecipazione di massa degli ucraini alle marce commemorative e deporre loro fiori sui monumenti dei veri eroi del nostro popolo, i soldati-liberatori Sovietici». Già lo scorso 23 aprile le forze di sicurezza avevano fatto irruzione in un altro ufficio del PCU a Zhytomyr in seguito alla denuncia dell’organizzazione locale di Svoboda (fondata dal Partito Social-Nazionalista d’Ucraina, cioè il partito nazista), ricercando prove di “attività illecite”, quali cartoline per il 9 maggio con il simbolo dell’URSS e volantini dedicati alla giornata internazionale dei lavoratori del 1° maggio. Il volantino con l’appello “Chiediamo Pace! Lavoro! Salari!” è stato sequestrato rappresentando un grave pericolo per la sovranità dell’Ucraina secondo il SBU schierato a difesa degli interessi oligarchici.
Messaggi di solidarietà e sostegno sono giunti al PCU da diversi partiti comunisti e operai del mondo.
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Il timore è che l’europa intera diventi fascista al soldo della trilaterale. Abbiamo l’obbligo oggi di difendere la memoria ed il valore dell’umanità a tutto tondo ma l’ostacolo primo è il disimpegno incentivato da una comunicazione corrotta già nei mezzi oltre che nelle dinamiche.