Succede a Genova, che lunedì 3 agosto ha inaugurato il nuovo ponte autostradale sul Polcevera, sorto sulle macerie del vecchio Ponte Morandi, crollato il 14 agosto di due anni fa.
Una partenza in pompa magna, della quale non si sentiva il bisogno. Erano in 450 sul nuovo ponte, col sindaco, il governatore e le più alte cariche dello Stato. Non si sono fatti mancare niente. Inno nazionale, Frecce Tricolore, l’Amerigo Vespucci: il solito circo mediatico da campagna elettorale permanente, che in questo momento casca a fagiolo per la corsa del governatore Toti verso il secondo mandato in Regione Liguria.
Una passerella che si sono sforzati di mitigare con un tentativo di sobrietà, falsa come una banconota da 20 dollari, in omaggio alle 43 vittime del maledetto crollo del PonteMorandi.
In un precario equilibrio tra retorica e compiaciuta autocelebrazione per il ponte nuovo di pacca, si è consumata l’ennesima rappresentazione di una classe politica di carta velina. Certamente, il nuovo viadotto autostradale alleggerirà il traffico impossibile di Genova e della Liguria, ma i genovesi non dimenticano che questo ponte è nato da una tragedia annunciata. I genovesi non dimenticano che il ‘Brooklyn’ ha ceduto sotto il peso del suo degrado, e che le 43 vite che si sono schiantate insieme al ponte ancora non hanno avuto giustizia.
E non dimenticano nemmeno che gli anni di incuria e di inadeguata manutenzione della rete autostradale nazionale nascono dalle privatizzazioni, volute da una classe politica incapace e subalterna, che ora rientra per risanare quel che rimane delle infrastrutture, attraverso Cassa Depositi e Prestiti.
Saranno necessari enormi investimenti, che pagheranno i cittadini, mentre Atlantia decolla in borsa.
Hanno impiegato due anni per costruire PonteSanGiorgio. Quanti ne serviranno per accertare le responsabilità del crollo di Ponte Morandi?
Federazione di Genova