VASI DI ACCIAIO, VASI DI FERRO E VASI DI COCCIO

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VASI DI ACCIAIO, VASI DI FERRO E VASI DI COCCIO

Un giorno il vaso di ferro propose all’altro di terracotta di andare a fare una passeggiata assieme a lui. Il vaso di creta obiettò che per lui non era affatto conveniente unirsi al vaso di ferro, data la fattura delicata del fragile materiale con il quale era stato costruito, per cui sarebbe bastato un piccolo urto tra i due e si sarebbe rotto, ma date le insistenze dell’altro che gli aveva promesso di proteggerlo nel caso che qualcosa di duro lo avesse minacciato, alla fine accettò.

 

La Germania, approfittando dell’enorme surplus accumulato negli ultimi anni e della bassa esposizione debitoria pubblica, ha messo sul piatto della sua economia ben 200 miliardi per far fronte agli stellari aumenti della bolletta energetica. Dapprima erano state protette le aziende che avevano formulato contratti ormai fuori mercato, poi, in prossimità della scadenza, è stato varato questo pacchetto. La cosa incredibile è che tale cifra monstre potrebbe finire fuori dal bilancio statale non intaccando così i sacri parametri di stabilità, come descrive un articolo del 30 settembre a pag. 2 su La Stampa. Il meccanismo ancora non è chiaro, ma se il gioco di prestigio avesse successo sarebbe un precedente a cui anche le altre nazioni potrebbero ricorrere.

Un altro grosso problema è che questi aiuti sulla bolletta non possono non classificarsi come aiuti di Stato, cosa proibitissima per le regole liberiste europee. Spagna e Portogallo ne sono stati esentati perché – si dice – la loro connessione col resto d’Europa è limitata e quindi ciò non altera il regime di concorrenza europeo, che è il feticcio a cui ci stanno impiccando. Ma non ci impicchiamo tutti allo stesso albero, almeno non tutti insieme.

Il nostro povero Gentiloni, Commissario Europeo all’economia ha proposto di riaprire la porta a debito comune europeo, così come si fece col SURE prima della crisi ucraina in riferimento al mercato del lavoro. Apriti cielo! Il Ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner, ha affermato che la proposta di un programma analogo al SURE «non può essere giustificata», ci sono «altri strumenti di cui discutere, ma questa crisi è molto diversa da quella del coronavirus». «Non stiamo affrontando uno shock della domanda ma uno shock dal lato dell’offerta e dobbiamo rispondere ampliando l’offerta e agendo insieme sui mercati internazionali».

Ora, in punta di dottrina economica, l’argomentazione di Lindner è corretta, ma del tutto astratta e distorta a favore della Germania. Primo, la soluzione da lui prefigurata è inesistente: i mercati internazionali vanno per conto loro: Arabia Saudita e ovviamente la Russia respingono il diktat USA di non abbassare la produzione per far far abbassare il prezzo. Secondo, la solidarietà degli alleati non scatta proprio: Norvegia e USA ci vendono il gas a prezzo di mercato con ottimi profitti per loro; gli USA fanno saltare il gasdotto nord stream, tanto per mettersi al sicuro rispetto alle velleità tedesche.

Se gli USA stanno cercando di rendere irrecuperabile la frattura tra la Germania e la Russia, subordinando la prima alla propria economia, la risposta di questa è di cercare di scaricare il danno sulle altre nazioni, in particolare sull’Italia, che si trova più esposta.

Vasi di acciaio, vasi di ferro e vasi di coccio.

Il Presidente del Consiglio in pectore, la Meloni di coccio, dopo aver profferito le più sperticate assicurazioni al vaso di acciaio americano che del suo sovranismo di cartone resta solo il ricordo [1]  ora si farà rappresentare dallo scaduto Draghi al Consiglio europeo del 20 e del 21 ottobre. Tanto per ribadire quanto vale il 2 di coppe quando la briscola è a bastoni.

La sovranità popolare è una cosa seria e qui vediamo solo pupazzetti.

 

[1] https://www.facebook.com/MarcoRizzo.Ufficiale/videos/1476360606177921

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