Il doppio standard del “Giardino fiorito” europeo produce un altro bel fiorellino.
Abbiamo già denunciato la squadristica aggressione che ha ricevuto il documentario L’Urlo di Michelangelo Severgnini. Un documentario che innanzitutto è ben documentato. Ormai questo requisito autodefinitorio di ogni ricerca giornalistica sembra fantascienza. In realtà la realtà immaginaria in cui ci vogliono tenere immersi è fatta di “racconti fantastici” del tutto estranei alla realtà vera, senza alcuna verifica fattuale se non la parola di personaggi che si accreditano da soli e che trovano credibilità solo grazie al pulpito a cui il potere li ha innalzati.
Per bacco, viene da pensare, se uno parla nientepopodimeno dal Parlamento Europeo, varrà pur qualcosa, no?
A questo punto il solito diavoletto Michelangelo ci mette la sua codina e, intrufolatosi nell’empireo della realtà fantastica, fa una domandina semplice semplice.
Apriti cielo! Anatema su di te! Sei tu la causa delle infinite stragi a cui assiste il nostro mare. Tu diavoletto impertinente che disturbi il nostro lavoro.
Tu e non la distruzione perpetrata dalla coalizione aereonavale che si è abbattuta sulla Libia la più grande dopo la fine della II GM , non le politiche colonialiste che da allora hanno fatto di tutto per far sì che quel paese potesse uscire dalla devastazione a cui è stato condannato, non le politiche di tutti i governi occidentali (a cominciare da quello italiano di oggi, di ieri e dell’altroieri) colluse coi trafficanti di carne umana e di petrolio di contrabbando, non le mafie che tengono ancora 700 mila schiavi in prigionia allettati lì da una prospettiva inesistente e poi mandati a morire a piccoli battaglioni in mezzo al mare.
Se però Michelangelo ostinatamente continua il suo lavoro e documenta il più pesante lavoro degli ultimi anni che centinaia di attivisti in tutta Italia stanno compiendo raccogiendo le firme per dare la possibilità al popolo italiano di esprimere la propria opinione sul tema più importante che ci investe oggi, ossia la guerra (su cui il duo Meloni-Schlein è d’accordo e non le sciocchezze a colori su cui fanno finta di litigare), allora lì interviene la censura, quella vera quella radicale, quella che semplicemente ti oscura e ti rende muto.
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C’è poco da commentare, i fatti saltano agli occhi.