dalla Sez. tedesca della Fed. Esteri del Partito Comunista,
Il risultato delle ultime elezioni in Germania ha decretato vincitore l’SPD, seguito dalla CDU mentre sul terzo gradino del podio, si accomodano i Grüne, medaglia di legno per l’ FPD.
Tuttavia, tutto questo non ha prodotto una maggioranza chiara per un partito ma la classica tornata dei colloqui post elettorale per mettere in piedi coalizioni fantasiose, confermando solo ciò che noi comunisti chiamiamo il partito unico liberale. A vincere sarà nuovamente il capitale coalizzato nelle sue varie sfaccettature in questi contenitori chiamati Partiti. La tutela della salute, un piano di rilancio per l’occupazione così come il problema abitativo non rientrano nell’agenda di nessuno di questi mentre vengono usati i temi della parità di genere, la digitalizzazione, l’ambiente come armi di distrazione di massa. Sono tutti d’accordo nel tenere un atteggiamento aggressivo negli assetti geopolitici in quanto tutti sono fedeli alla NATO e condividono la linea di aggressione verso la Cina e la Russia, contribuendo così a rafforzare gli elementi che minano la pace mondiale.
Chi è totalmente fuori e pone un cambio di sistema come piano politico è il DKP, che ha usufruito di queste elezioni per avere una maggiore risonanza mediatica, giacché in una nazione culturalmente egemonica in direzione ultraliberista capitalista, trovare spazio sui mezzi di informazione borghese è cosa scontatamente proibitiva. Oltretutto, non dimentichiamoci come il DKP sia stato oggetto di un attacco diretto da parte del partito unico liberale, che voleva non fosse riconosciuto come partito e così, non poteva partecipare alle elezioni. Il partito comunista ha denunciato questo tentativo di censura al DKP. I Linke che hanno abbandonato da tempo qualsiasi idea politica per sposare la linea del Pul vale a dire elettoralismo ed atlantismo hanno subito un fortissimo calo, evidenziando una decadenza di tutti coloro che ingenuamente credono di poter realizzare un capitalismo ‘buono’. L’AFD cioè l’estrema destra si attesta al 10%. In realtà, il capitalismo deve avere il suo cane da guardia, la Storia già ce lo ha mostrato. Infine, il partito del non voto rappresenta la maggioranza e se lo si unisce con quell’8% di “altri”, si va oltre il 30%.
Lenin diceva che le elezioni borghesi servono solo a cambiare il padrone di turno. E così è stato con queste elezioni che di nuovo consacrano il partito unico liberale. Solo la lotta di classe può spezzare questa farsa.