XX Incontro Internazionale: Intervento del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)

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XX Incontro Internazionale: Intervento del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)

Astor Garcia, segretario generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) dalla tribuna del XX Incontro Internazionale

Intervento del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) al XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai  svolto ad Atene dal 23 al 25 novembre 2018. Traduzione dallo spagnolo a cura della redazione di La Riscossa

Cari compagni e compagne: 

A nome del Comitato Centrale del PCPE trasmetto a tutti i Partiti presenti un caloroso saluto internazionalista. Approfitto di questa tribuna anche per esprimere il ringraziamento e il rispetto dei comunisti spagnoli ai compagni e compagne del PC di Grecia non solo per ospitare questo XX Incontro, ma perché nel 1998 decisero di dedicare i loro sforzi allo sviluppo di questo spazio per l’incontro e la discussione tra i Partiti Comunisti e Operai di tutto il mondo. 

Il nostro Partito è stato presente in praticamente tutte le edizioni degli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai. Indipendentemente dalla nostra situazione di maggiore o minore capacità organizzativa, abbiamo sempre dedicato una parte significativa del nostro tempo e nostre risorse a partecipare negli spazi internazionali a cui siamo stati inviati. Pensiamo che è attraverso lo scambio onesto e fraterno di opinioni il miglior contributo allo sviluppo del nostro movimento comunista internazionale. 

Alcune volte, i nostri interventi sono stati più diretti ad esporre la situazione della classe operaia nel nostro paese. In altri momenti, abbiamo preferito intervenire sui dibattiti o polemiche che avvenivano oltre il nostro ambito diretto di lotta di classe, perché pensavamo che la nostra opinione e la nostra propria esperienza poteva esser utile per altri Partiti fratelli, allo stesso modo che le esperienze e la storia di altri partiti ci hanno immensamente aiutato lungo i nostri anni. 

In questa occasione, il PCPE vuole trasmettere al congiunto dei Partiti qui presenti, così come a coloro che seguono i contributi all’Incontro attraverso il web Solidnet, l’esperienza che negli ultimi anni abbiamo accumulato nel nostro lavoro verso la classe operaia, cercando di recuperare l’organizzazione del Partito Comunista nei luoghi di lavoro. 

Partiamo dalla base che uno dei nostri compiti essenziali di oggi, se vogliamo rendere onore alla nostra condizione di avanguardia politica della classe operaia, è recuperare decisamente la presenza comunista organizzata nel cuore della classe operaia, nello stesso luogo dove si produce lo sfruttamento della nostra classe. Nel caso della Spagna, questa presenza organizzata del Partito Comunista nelle imprese è scomparsa a partire dagli anni ’70. Quando l’eurocomunismo decise di abbandonare la lotta rivoluzionaria per il rovesciamento del capitalismo e dare priorità alla lotta elettorale sopra ogni altra cosa. 

Crediamo che esistano nella lotta politica due premesse che sono valide per ogni Partito Comunista, indipendentemente dalla sua dimensione in un dato momento o dai rapporti di forza che esistono nel proprio paese: 

  • Il Partito Comunista è un partito proletario, cui carattere di classe deriva dalla sua posizione ideologica, dagli obiettivi che persegue, dalla sua composizione di classe e dalla sua capacità per assumere la direzione pratica della classe operaia. 
  • Senza una presenza organizzata e un’ampia influenza del Partito in seno alla classe operaia, il compito rivoluzionario si rende impossibile. 

Così, nel nostro X Congresso (2016) abbiamo deciso di iniziare quella che denominiamo la “svolta operaia” del PCPE, cui orientamenti e obiettivi si chiariscono nel XI Congresso (Straordinario) del 2017. Nella Conferenza del Movimento Operaio e Sindacale che svolgeremo nel 2020 faremo una prima valutazione generale su di essa. 

Per svolta operaia intendiamo la priorità del lavoro di partito verso la classe operaia, superando una concezione del lavoro comunista che, frutto delle difficoltà che suppone sviluppare una politica specificatamente diretta verso la classe, opta in molti casi per concentrarsi in lotte di carattere interclassista che, pur essendo importanti, mai possono convertirsi nelle uniche in cui si sviluppa il lavoro del Partito. Se questo fosse così di forma continuata nel tempo, si correrebbe il rischio che il Partito subordini gli interessi della classe operaia a quelli di altri settori, impendendo con esso uno sviluppo del fattore soggettivo rivoluzionario. 

Mentre altre classi e settori sindacali hanno chiara coscienza di classe e obiettivi definiti, la classe operaia spagnola si trova maggioritariamente presa dalle posizioni riformiste e piccoloborghesi che, oggi, ostacolano l’impostazione di una posizione indipendente di classe. È in questo contesto che il Partito deve lottare in questi momenti. 

La nostra “svolta operaia” si concretizza in tre piani: quello ideologico (verso l’indipendenza ideologica della classe), quello politico (per svelare il carattere di classe delle proposte governative e di altre forze politiche), e quello organizzativo, affinché il Partito sia realmente presente nei luoghi di lavoro e nei principali settori produttivi. 

Per questo, a livello organizzativo, tutte le strutture del nostro Partito stanno analizzando e dibattendo nell’ultimo anno in quali imprese e settori centrare il loro lavoro politico per compiere il passo più importante degli ultimi anni: l’abbandono graduale di una struttura organizzativa di base esclusivamente territoriale verso una struttura di base territoriale e produttiva. Ossia, verso un Partito presente nei luoghi di lavoro e nei quartieri operai e popolari, capace di intervenire in ogni lotta in difesa delle condizioni di vita e di lavoro che si producono in essi. Da qui sorgono le quattro priorità di lavoro di massa del PCPE, che hanno a che vedere con l’organizzazione della lotta dentro i sindacati, con l’organizzazione della gioventù di estrazione operaia e popolare e con l’organizzazione della donna lavoratrice, stabilendo nei quartieri dove sia possibile i centri operai e popolari cui obiettivo è estendere l’influenza comunista nelle città e strutturare il movimento popolare in chiave dell’alleanza sociale (politica di alleanze della classe operaia) che propugniamo. 

In concreto, è necessario dire che adesso abbiamo superato la fase in cui alcuni settori del Partito erano refrattari all’intervento diretto nei luoghi di lavoro, alla pianificazione e sviluppo di compiti o al dare priorità a settori o imprese determinate. Sappiamo perfettamente che per sviluppare le organizzazioni del Partito nei luoghi di lavoro non esistono manuali d’istruzioni, ma che è necessario sviluppare un lavoro multiforme che, nelle condizioni del nostro paese, implica combinare la lotta all’interno e all’esterno dei luoghi di lavoro e il lavoro sindacale dei nostri militanti. Oggi, grazie a una politica sindacale che permette ai nostri militanti di lavorare in varie organizzazioni sindacali, stiamo accumulando una esperienza che ci permette di pensare a livelli superiori di intervento ma, soprattutto, ci permette di accedere al contatto quotidiano con migliaia di lavoratori e lavoratrici. Partendo da questa realtà, la nostra preoccupazione in questi momenti si rivolge nell’esser capaci di combinare adeguatamente, in forma organizzata e pianificata, le varie vie di intervento: quella sindacale e quella di partito. 

La nostra capacità di influenza all’interno dei sindacati, ancora molto limitata, è cresciuta sostanzialmente negli ultimi due anni. Cerchiamo di ovviare alle lotte tra distinte organizzazioni sindacali e diamo priorità all’unità sindacale e all’unità dei lavoratori nelle imprese, che siano o no in conflitto. 

Questa insistenza nell’unità al di là delle sigle sindacali obbedisce alla realtà sindacale in Spagna, dove in una stessa impresa possono esserci vari sindacati (sezioni sindacali) e pluralità sindacale anche negli organi di rappresentanza di tutti i lavoratori (comitato d’impresa). 

Questa tattica, che a volte non da buoni risultati, in altre suppone un passo importante in quanto alla conoscenza del Partito da parte della classe, che permette anche di influire in modo determinante nel corso di una lotta concreta, al di là delle proposte che vengono dalle strutture delle organizzazioni sindacali. I casi delle recenti lotte nelle imprese Transcom, Vestas e Amazon sono prova di questo. 

La svolta operaia sta dando i suoi frutti. Oggi possiamo dire con orgoglio che contiamo su alcune cellule che sono orientate esclusivamente a imprese e settori di carattere strategico e che abbiamo già una presenza organizzata in imprese di trasporto, comunicazioni, energia e istruzione. 

D’altra parte, continuiamo ad avere Centri Operai e Popolari in tre grandi città del nostro paese, recentemente abbiamo aperto un quarto e ai primi del 2019 ne apriremo altri due, uno di essi a Madrid. 

Per quanto riguarda la gioventù, i Collettivi dei Giovani Comunisti continuano a sviluppare il loro lavoro verso la gioventù di estrazione operaia e popolare, concentrandosi negli ultimi anni nello sviluppo di una forte organizzazione studentesca che superi la dispersione del movimento studentesco in Spagna ed è presente in tutti i territori e in ogni livello d’istruzione. I CJC celebrano il loro X Congresso il prossimo mese di marzo, nel quale valuteranno i loro compiti e fisseranno le vie per implementare la svolta operaia nei loro piani di lavoro. 

Tutto questo lavoro, compagni, si completa nel terreno ideologico con il recupero definitivo del giornale Nuevo Rumbo, per adesso di carattere mensile, e con la prossima comparsa della casa editrice del PCPE, che pubblicherà sia testi classici che attuali, recuperando anche i materiali pubblicati nei paesi che costruirono il socialismo nel XX secolo. Vogliamo dotare la nostra classe di strumenti ideologici per esser capace di far fronte agli attacchi del nemico di classe e delle forze riformiste. 

Compagni, ci inorgoglisce poter esser partecipi di questa XX edizione dei nostri Incontri Internazionali e trasmettiamo a tutti i Partiti fratelli i nostri desideri di successi nelle lotte che realizzano, così come la nostra volontà di approfondire le relazioni bilaterali con tutti i partecipanti. 

Viva il XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai! 

Viva l’internazionalismo proletario!  

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